IL SANTUARIO DI S. VALENTINO o "dei Morti della peste"
 

I
l santuarietto sorge sul dorsale di uno dei primi contrafforti della Valsaviore, al centro di un accidentato pianoro che si protende a picco sulla Valle. Spicca fra il verde dei folti castagneti ed è un luogo di beata pace e di raccoglimento. Dedicata a S. Valentino, può darsi che la chiesetta sia sorta molto tempo prima del 1630 durante una delle non infrequenti epidemie. Il ricordo più vivo, tuttavia, è quello della peste del 1630, ai cui morti è stata poi definitivamente attribuita. Fino a pochi anni fa era letteralmente coperta di ex voto, specialmente di quelli anatomici (gambe, piedi, mani di legno, stampelle) fabbricati da qualche falegname del luogo, senza alcuna arte, ma significanti di una vivissima devozione. Oggi è più spoglia, ma sempre al centro della pietà popolare.

La tradizione vuole che intorno alla primitiva santella sia sorto, proprio nel 1630, il lazzaretto degli appestati di Berzo, Demo e Monte. Fino al 1930 la cappelletta era tanto piccola che nessun visitatore vescovile credette di doverla registrare. L'edificio primitivo infatti consisteva in una santella, una specie di breve cunicolo con un portichetto davanti tutto coperto, come s'è detto, di ex voto popolari. Successivamente l'edificio è stato prolungato, snaturando l'insieme architettonico originario. All'interno, lungo i lati, rimangono alcuni affreschi raffiguranti S. Rocco e S. Giovanni Battista. Nella costruzione più recente, sopra le finestre, vi sono affreschi abbastanza ampi: a destra il Crocefisso e S. Valentino; a sinistra le Anime purganti e S.Antonio da Padova, firmati da "Giuseppe Casari, Brescia 1933". Altri affreschi sono distribuiti sulle pareti, in nicchie, raffigurano l'Immacolata e S. Giuseppe, S. Teresa del Bambin Gesù e S. Lucia.

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