o storico Fortunato Canevali, parlando
della chiesa parrocchiale, dice che di fianco
ad essa "sorge una grandiosa torre d'impronta
medioevale, dell'altezza di circa m.14, avente
le murature di pietra a vista interrotte qua
e là da feritoie svariate nelle forme
e nelle dimensioni". E' stata oggetto
di un intervento conservativo negli anni '80.
Secondo costruzioni simili rinvenibili presso
altri paesi della Valle Camonica, la torre
oltre ad essere una affermazione di potenza,
serviva anche da spia del principotto che abitava
il castello di Cimbergo (infatti sono in linea
d'aria diretta) e pare che fosse altissima.
Si tramanda che venne demolita fino all'attuale
altezza per ricavarne le pietre per costruire
la chiesa parrocchiale. Nel 1866 questa
torre venne adibita a campanile con sovrastante
modesto innalzamento. A base quadrata, è
più stretto della torre, con specchiature
intonacate, lesene e modanature semplici,
quattro archi per la cella campanaria, sulla
quale si alzano quattro pinnacoli a
merlatura guelfa. Altri interventi di restauro,
conservazione e modifica sono stati effettuati
nel 1995.
Accanto alla Torre Medioevale è
stata costruita nel 1640 la CHIESETTA di
S.AGOSTINO. Gli atti della visita pastorale
del 30 giugno 1646 la dicono costruita per
propria devozione da don Agostino Salvinelli
di Demo. La chiesetta rimase sempre venerata,
ma molto povera, tanto che il vescovo B.
Gradenigo si vide costretto a far scrivere
negli Atti della sua visita pastorale del
24 maggio 1683 di aver trovato ogni cosa
disposta secondo la povertà dell'edificio
per cui non aveva creduto di dover emettere
decreti. "Piccina, ma assai vaga",
la definisce P. Gregorio nel 1698. Gli atti
della visita del 22 settembre 1716 segnalano
l'esistenza di un oratorio dedicato a S.
Agostino. Ha un obbligo di quattro messe
la settimana. Nel 1732 la chiesetta è
amministrata dalla Vicinia di Demo e vi
si celebrano quattro messe, come risulta
dagli atti della visita del 1777. Più
interessante la notizia della relazione
del parroco per la visita di Mons. Nava
del 3 settembre 1809: i fatti,
rilevato che vi è qualche legato
per il mantenimento della chiesa, il parroco
sottolinea che vi sono anche cinquanta lire
milanesi "da dare ogni anno ad un giovane
che voglia imparare qualche arte".
Nel 1861 il beneficio è amministrato
da un solo subeconomo. La relazione del
parroco del 1914 rileva che non ha oneri
e che vi si celebra tre-quattro volte l'anno.
Attualmente la chiesetta è chiusa
al culto.
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